Gratitudine
Se sono qui, come dicevo all’inizio, lo devo a molte persone, che in un modo o nell’altro, sono state determinanti in un momento decisivo.
Grazie al vituperato Servizio Sanitario Nazionale … negli Ospedali Maria Vittoria e San Giovanni Bosco di Torino ma sono le persone, quelle che scelgono la professione sanitaria e che la vivono con passione e dedizione e orgoglio, che fanno la differenza.
Ecco qui quelle che l’hanno fatta per me, in ordine abbastanza cronologico: Può essere che manchi qualcuno perchè o non sono riuscito a ricostruire … oppure fa parte di uno dei ricordi rimossi … abbiate pazienza e segnalatemelo, grazie.
Dottore in pensione: Tu sei il dottore in pensione che, allertato dalla moglie, sei sceso in strada per intervenire per primo. Wow: in un periodo dove ci si riempie la bocca al mantra di “Ci mettiamo la faccia” siete l’esempio che la differenza la si fa mettendoci le mani, non la faccia. Grazie.
Paramedici in ambulanza: perdonatemi ma anche voi siete parte, fortunatamente per me, dei ricordi rimossi … e non riesco a darvi l’individualità che meritereste. Sappiate che però vi voglio tanto bene lo stesso per avermi raccattato, intubato e impacchettato per bene e velocemente. Vi ritrovo in ogni ambulanza che vedo passare. Grazie.
L’orologio termostato: tu non esisti, lo so. devo aver socchiuso un occhio e, attraverso un’ampolla di vaselina, mi sembrava di vederti, senza poter sentire nulla del mio corpo. Ti ho visto, sembravi il termostato di casa mia, solo molto più grande ma eri anche un pò tondo e grigio, come il mio orologio. Eri probabilmente la porta, ma ti giuro che mi sembravi ESATTAMENTE un orologio termostato … mi ricordo di aver pensato: fede, questo deve essere un sogno che non capisci, oppure è successo qualcosa di serio …” ma ero stanchissimo e mi sembrava di essere liquido, e poi mi si son chiusi gli occhi. E boh, non ti ho più visto. Però grazie anche a te.
Il Primo: tu sei il primo viso che ho visto, quando ho riaperto gli occhi nella RIA del Maria Vittoria. Per avermi accolto con un sorriso che mi ricordo come di perla, e aver provato a spiegarmi dove fossi e a dirmi che non avrei potuto muovermi ponendo l’accento su STAI TRANQUILLO VA TUTTO BENE. Eri bellissimo. Grazie.
L’infermiera di notte inferocita: lo so, devo averti fatto dannare. Lascia però che ti spieghi cosa stava succedendo … stavo viaggiando con la testa, e guidava qualcun altro …
mi sembrava di essere in una sorta di spazio nero … mi sembrava di vedere una grande parete di loculi verde in prospettiva, hai presente quegli hotel a capsule giapponesi ? Ecco. Una cosa simile.
Ero lì e pensavo ci fosse una festa tra me e qualcun altro, magari gli altri due pazienti in camera. In questa specie di sogno eravamo noi tre, attorno ad una sorta di falò e ridevamo e scherzavamo. Ad un certo punto sento una chioma lontana che urla “Smettetela !! Ora dovete dormire ! Basta, dormite!!” …
e io mi sento in colpa, penso che abbiam fatto troppo chiasso con la nostra festa e quindi guardo gli altri amici e sussurro “SSSHHHHHH !! L’abbiamo svegliata ! Adesso facciamo piano e andiamo a dormire da bravi” e lì noi dissolviamo….
In effetti mi hanno raccontato che ero un pò tanto agitato … quindi, beh, sei tu nella canzone “Scenes from afar” … scusate per il casino. Grazie.
Gli amici di notte: dunque, ad un certo punto sento qualcosa … di solito non sentivo nulla, anche se potevo intravedere qualcosa ogni tanto, quando si accendeva la luce. Sento freddissimo. E poco dopo sento che qualcosa dentro si muove e … ARG … Non capisco come mai .. ma capisco di non poter andare in bagno. Mi maledico.
Perché sono stato uno stupido: devo essere stato così incosciente da essere uscito in maglietta a maniche corte, non c’è altra spiegazione … è buio e fa freddo, e probabilmente, uscendo così conciato, ho preso un colpo di aria fredda in pancia e quindi adesso devo scappare URGENTEMENTE in bagno e non riesco andarci, non riesco a capire come mai non riesca ad andarci, non capisco dove sono, come sono. Non voglio farmela addosso, non saprei come uscirne, mi vergogno e allora provo a trattenermi … Mi sforzo tantissimo ma non posso trattenermi a lungo .. alla fine lascio perdere questo sforzo, e poco dopo il sollievo scivolo via di nuovo. Sentirò muovere qualcosa intorno… sono loro due che trafficano e sembrava che sorridessero quando gli spiegavo a voce cosa era successo, scusandomi … il fatto che non sentissi nulla, avessi la bocca legata e non potessi parlare attraverso il tubo tracheale sono soltanto dettagli. Grazie.
Annamaria: tu sei una delle Fantastiche 4 della RIA del Maria Vittoria. Non importa il numero giusto, siete lo stesso le Fantastiche 4. Per i tuoi occhi belli e i sorrisi grandissimi, Grazie.
Eva: dei Fantastici 4 tu sei sicuramente ROCCIA. Sono abbastanza sicuro sia stata tu, in combutta con le tue socie, ad imbragarmi e a mettermi, così cocciutamente, sulla sedia a rotelle per offrirmi un giro nel reparto. Credo mi stessero trasferendo di Ospedale, ed era l’ultimo giorno, o quasi, in RIA. Non capivo ancora bene cosa stesse capitando, ma scommetto che l’idea di poterne davvero uscire è stata, senza che nessuno se ne accorgesse, lì seminata. Grazie.
Annarita: Io sono arrivato in RIA il 15 di Febbraio. Il 14 tu pubblicavi il post di InfermierEtico “Allo specchio” – ho sbirciato nella tua Bacheca 🙂 – Che racconta di quando guardi le tue occhiaie allo specchio dopo una notte di fatica e responsabilità, guardi “le tue mani che hanno accarezzato, hanno curato, hanno somministrato tutto quanto era possibile per dare sollievo ad uno sconosciuto a te affidato perché fosse assistito.”. Ecco. Il 15 quello sconosciuto sono stato io. Il caso mi ha affidato alle tue cure e sono stato fortunato a cadere nelle tue mani. La citazione finiva con ” … rialzi il capo , sorridi all’immagine nello specchio che sfidi confessando, finalmente, il tuo orgoglio di essere Infermiere.Ovunque e per sempre Infermiere.”. Sii infinitamente orgogliosa di essere infermiere, il vostro tocco arriva profondo e potente. Grazie.
Il marito della paziente: Ti ricordo a malapena, ma credo che tu avessi tua moglie in condizioni molto brutte in una stanza: ma hai trovato il tempo di venire a chiedere come stavamo io e mia mamma. Un abbraccio. Grazie.
Dottoressa Bionda: Stavi parlando con mia mamma a bassa voce, devi esserti accorta che ero un pò cosciente e mi hai preso la mano, sorridendomi. Lo so che da fuori son rimasto lo stesso catorcio, ma sentire la tua mano fresca mi ha aperto il cuore. Grazie.
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Paradossalmente, ho dei ricordi ancora più confusi nella mia permanenza qui da voi al San Giovanni …
Ma GRAZIE infinite a tutto il reparto di Otorinolaringoiatria e il S.O.S. di Chirurgia Maxillo facciale.
In particolare ricordo:
Fabio: In realtà non ti ricordo, però mia mamma dice che sei stato molto gentile e paziente 🙂 Grazie.
L’infermiera privata di notte che voleva massaggiarmi con l’olio di mandorla, cui sono allergico, e a cui ho provato a spiegare per un’eternità che non lo volevo. Provate voi, a spiegare ad una cocciuta persona che pretende di CAPIRE perchè non volete che compia un’azione, perchè altrimenti la farà, quando non potete parlare e avete a disposizione soltanto l’uso di una mano. Dopo interminabili minuti di incomprensione mi guarda con un sorriso amorevole: boh, sento la tensione scemare, credo finalmente abbia capito.
Mi guarda e dice: “Tu pensa intensamente cosa vuoi comunicarmi: io lo capirò attraverso l’energia” … Si, ci mancava l’infermiera apprendista telepate …
Comunque, grazie per esserci stata quella sera, così mia mamma ha potuto dormire a casa una notte. Al mattino è arrivata riposata e sorridente.
Alessandro: Mi ricordo il tuo modo di fare cortese e sorridente … ma sei tu che hai spinto, nell’insicurezza generale, per dimettermi prima che passasse il week end lungo 🙂 Lo so che 3 giorni son poca cosa, ma in quel momento erano per me importanti. Grazie
Claudio: beh, sai che ormai per me sei Claudio SuperMaxi(llo)Eroe ? A parte gli scherzi stupidi: mi hai ridato quasi la faccia di prima. Potevi, già che c’eri, ispirarti ad un Brad Pitt ??? Ok, era scontata. Adesso basta davvero. La prima volta che ti ho visto era una RARISSIMA mattina in cui stavo dormendo un poco, quindi era per me un sereno inizio di giornata: per te doveva essere PESSIMO. Abbiamo iniziato a conoscerci armati di spada laser, e neanche avevo capito che eri stato tu a fare la magia al mio viso. Fai un lavoro pazzesco, e le volte che siam seduti di fronte dimentico i tecnicismi del tuo lavoro, e vedo soltanto una persona speciale che mette passione e tenacia in quel che fa. Quella passione e quella tenacia me li porto addosso. Grazie.
Marco: l’ortopedico più speciale di tutti, una delle visite più spassose, tra un “butta un’occhio qui” e “mi raccomando, in gamba eh !!!”. Grazie, sei un esempio.
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Ma oltre all’assistenza medica durante il ricovero, abbiamo anche bisogno di terapie e riabilitazioni, oltre che di contatto umano … e lì vedi la differenza.
Mamma SuperEroe: Mi raccontano di quando tu li abbia trovati abbattuti fuori dalla rianimazione e abbia detto “Cosa sono quelle facce ? Niente capita per caso: se è capitato è perché doveva fare questa esperienza. Io conosco Federico: è forte e ne uscirà.” e dopo hai raccontato una barzelletta. Boh, non ho parole. Grazie.
Papà Highlander: Mi spiace averti fatto preoccupare così tanto. So che non è stato facile: per essere venuto e avermi fatto la barba, Grazie.
Fratello: Lo so, siam tanto diversi e non riesco a parlare in una lingua a noi comune, ma ho visto quanto hai sofferto. Per essermi stato vicino ed avermi ospitato in casa tua, Grazie.
Hernan: Boh, il miglior Fisioterapista & Osteopata che potevo trovare … Grazie.
Monica & Family: Ci vediamo poco e questo è un peccato. Facciamo in modo che non sia necessario rifare un tale casino per rivederci ok ? 🙂 Grazie.
Andrea: Non importa se ci perdiamo per anni, ci ritroviamo come il mattino dopo. Un Grazie, bello grosso.
Marta: per te che fai dell’esageruma nen un rito quotidiano … Per esserci stata, Grazie.
Francesca B: hai interpretato una mini scenata in stile Sabaudo intorno al mio letto: mi hai fatto ridere, Grazie.
Arianna C: hai accompagnato Francesca, credo di avervi rovinato un pò la serata … Per essere venuta e per sopportare persone come me e Francesca, Grazie.
Simona: Mi hanno detto che venire, e vedermi com’ero conciato, ti è costato uno svenimento … wow, nessuna donna era mai caduta ai miei piedi. Per essere stata la prima, Grazie.
Francesca: Per avermi portato un iPod con le cuffie e dentro tanto Rock che mi faceva viaggiare lontano dal letto. Ti sì che sai cosa sono le cose importanti !!! Grazie.
Fabio: Io e te sfoggiamo capacità comunicative verbali a cavallo tra il Cinema Muto e la Modulazione di Frequenza ma, per esserci stato: Grazie.
Salvo: Probabilmente chi smette di essere amico, semplicemente non lo è mai stato. Ma per aver passato una notte con me, Grazie.
Marzia: Le cose capitano e ci cambiano, lo sappiamo bene, mentre noi non smettiamo di crescere. Ciò che conta è come ci comportiamo e il fatto che tu ci sia stata, così tanto e così vicino, quando sentivo che ti stava costando molto, è una cosa di cui ti sarò per sempre grato. Grazie.
Arianna: Abbiamo entrambi sottovalutato la vicinanza di quello che è successo, e le sue influenze nei miei rapporti con le persone: per come mi sono comportato ti chiedo scusa, vorrei aver avuto la forza per essere migliore. Per essere venuta a trovarmi, Grazie.
Laura e Valentina: Siete una coppia fantastica, perché siete, individualmente, persone fantastiche. Vi voglio un mondo di bene. Grazie.
Carmen Rhummore e Valentina: In un giorno un pò difficile mi ero detto: continua così e, quando riuscirai a fare il gradino del locale, saprai di esser passato di livello. Il locale dove si balla in Closing Time è proprio il Rhummore di Via Bonelli. Per le belle serate, Grazie.
Domenico e Daniela: Ovverto gli Amministratori di Aziende che conosco da molti anni. Per avermi dato fiducia e avermi aspettato: ciò ha contato, anche economicamente, per la mia riabilitazione. Grazie.
Noemi: Sei stata una delle persone importanti della mia vita. Ah, ma quando hai saputo sei venuta a trovarmi a casa !! Correggo: sei una delle persone importanti della mia vita. Grazie.
Annarita: Quando la lontananza diventa parte, bella, di un rapporto di amicizia. Siamo cresciuti lontani, ma vicini. Grazie.
Matteo: Quando scopri che Trainer, Pugile e Vegano possano stare nella stessa frase e rendere bello ed efficace un allenamento. Grazie.
Manlio: Per tutte le volte che ci siamo mandati a quel paese, per poi berci un bicchiere. Grazie.
Marko: Per arrangiare e suonare il basso sui pezzi che rendi, oltre che corretti musicalmente, migliori. Per questo e l’amicizia [che poi è andata in malora], Grazie.
Valentina: Per avermi ascoltato, per avermi incoraggiato, per il tuo amore per la musica … Grazie.
Chris: Per avermi ascoltato e aiutarmi nel correggere i testi … Grazie.
Marko Nero: Per aver realizzato, in tempo record, le 3 immagini dell’home page [poi cambiata]. Grazie.
Vinci & Daniele: Per le cose buone che trovo quando vengo da voi, al Ristorante Fiori&Caffè di Torino, seconde soltanto alle risate stupide che ci facciamo … Un abbraccio, Grazie.
Fraz & Kaly: Per aver avuto, e avere, pazienza nel riprendere a lavorare con me con tutti i limiti del caso e il peggioramento del mio carattere, che già non brillava per dolcezza. Per questo e per non avermelo fatto pesare, Grazie.
Gisella: Per i tuoi consigli, Grazie.
Ecco .. qui avrei finito elencando le persone che con la loro presenza fisica sono state importantissime: ci sono però anche quelle che, senza conoscermi, senza esserci fisicamente, lo sono state tantissimo.
Una è Alex Zanardi che rispose a chi gli chiedeva come era riuscito a superare l’incidente: Che aveva deciso di guardare a cosa era rimasto e NON a quello che non c’era più. E’ il più grande di tutti.
L’altra è Iacopo Melio che dimostra, tutti i giorni, di quanta forza e determinazione possiamo trovare dentro di noi: Nessuno ha detto che sarebbe stato facile, hanno solo promesso che ne sarebbe valsa la pena. (Harvey Mackay)